SIGNIFICATO DELLA D.O.P. La denominazione di origine protetta
nella esasperazione e rigidezza dell'applicazione sta vanificando lo scopo
fondamentale per cui è stata voluta.
Gli stessi meccanismi procedurali di ottenimento stanno creando dei costi aggiuntivi spesso uguali e superiori al valore aggiunto che guadagna il prezzo del medesimo olio. In un capitolo precedente si metteva in evidenza l'essenzialità dei grassi nelle diete e come il mercato possa spostare il consumatore da un tipo di grasso ad un altro. Attualmente in Italia vengono consumati sui 29 kg. di materie grasse pro-capite di cui 12 Kg. di olio di oliva, 11 di olio di semi e 6 di derivazione animale (burro, ecc.) nei rapporti del 41%, 38% e 21%. Tali rapporti, tranne qualche insignificante eccezione li ritroviamo, nel percorso storico dal 1941 ad oggi, in un parallelismo geometrico quasi determinato e per niente legato alla costruzione del diagramma allegato. Possiamo dare varie interpretazioni al diagramma che comunque premia nella evoluzione del consumo tutti i grassi che oggi esistono per l'alimentazione. Si potrebbe interpretare come un consolidamento statico effettivo della quantità dei consumatori (almeno in percentuale) rispetto al dinamismo della quantità consumata; si può inoltre, interpretare come un parallelismo dinamico determinato dal costo del nutriente lipidico, in altre parole la massa del consumo sposta sistematicamente l'acquisto verso prodotti di minore costo a parità di bontà e risposta nutritiva. Trascurando il consumo di nicchia (privilegio di pochi) ed entrando nel medio consumo l'olio di oliva si deve sempre misurare con prodotti surrogativi, sia di origine vegetale che animale. In questo contesto si inserisce il significato delle D.O.P. che è vero che va ad interessare la sola quota degli extra-vergini ma è anche vero che va ad influenzare tutte le altre categorie o tipologie. La D.O.P. non è il riconoscimento di una qualità superiore è soltanto la possibilità di avere una chiara identificazione di un prodotto attraverso la parametrazione di alcuni connotati; è quindi uno strumento di riconoscimento del prodotto e quindi una certezza al consumatore. La D.O.P. ha un nome ed un cognome, non da lo stemma del migliore e come tale non può essere la valvola di un sostanzioso valore aggiunto, può ritoccare il valore aggiunto ma sempre nel rispetto del confronto mercantile con prodotti, come detto, a stessa risposta nutritiva. E' certamente un passo avanti in adesione alla nuova trasparenza commerciale non è, come molti vogliono illudersi, la soluzione dell'olivicoltura; già si hanno esempi negativi sull'adozione della D.O.P. allorquando i costi del processo identificativo vanno a superare l'eventuale possibile valore aggiunto del prodotto senza nome e cognome. Il significato del D.O.P. è un condensato di storia, cultura, tecnica ecc. di integrazione al consolidamento della coltura ma per niente esaustivo delle sue problematiche. |